Un esercizio di tre minuti per ritrovare la serenità
Immaginate che esista un esercizio che in soli tre minuti può aggiustarti la giornata, anzi, non solo quella.
Ok, smettete di immaginare: questo esercizio esiste davvero, ed è un esercizio semplicissimo, quasi un gioco.
Il gioco della Gratitudine
Prendi un foglio di carta e una penna, e inizia a scrivere, abbastanza di getto, quante più cose possibile per cui sei grato, che ti fanno sentire grato.
Attento, è importante: scrivi di getto. E scrivi di tutto. Lascia fluire in modo spontaneo tutte le cose per cui puoi essere grato, dalle più semplice, alle più metafisiche.
Ti do qualche aiuto, le cose più semplici, che spesso sono le più scontate.
Le mani. Gli occhi. Le orecchie. Il tatto, il volto, i piedi.
Posso camminare. Posso muovermi, posso correre.
Posso parlare. Posso ascoltare.
Posso mangiare, masticare, assaporare. Il latte. I biscotti, il caffe, le lasagne, i panzerotti, la pizza, il pesto, la torta di compleanno.
Il compleanno: sono vivo! La vita. Gli amici, i genitori, i figli, mia moglie, mio marito.
L’amore. L’amore che ho ricevuto, l’amore che ho dato.
Ma anche lo scotch, il cacciavite, lo stereo, la casa. Il letto, il materasso, il cuscino.
Le scarpe, che mi proteggono i piedi. Perché posso camminare.
E posso incontrare gli altri.
E ho incontrato Dio. La fede, la speranza, l’esistenza, il respiro, la preghiera. Il vangelo che ho ascoltato ieri.
E i canti. Il canto, le canzoni.
Quali sono gli effetti del gioco della gratitudine?
Ok. Io il gioco l’ho appena fatto, insieme a voi, e mi sento già lo spirito ossigenato.
Come se dopo essere stato in una cantina buia, ristretta, senza finestre, mi fossi trovato d’un tratto in cima ad un monte in una giornata tersa, una di quelle in cui dalle alture di Genova riesci anche a vedere la Corsica.
Sì, mi sento ossigenato.
La gratitudine è ossigeno per la mente, per il cuore, per lo spirito, per il corpo. Perché se lo spirito sta bene, sta meglio anche il corpo.
E la gratitudine è ossigeno anche per la nostra capacità di comunicare.
Pensaci: com’è la comunicazione di una persona che si lamenta sempre? E quale colore ha la comunicazione di una persona grata?
Un’ultima cosa: forse dopo averlo fatto ti verrà in mente anche questa variante: dopo aver fatto questo gioco, se avrai scritto anche dei nomi, non appena vedrai una di quelle persone, ti verrà una voglia matta di abbracciarla e stringerla a te. E se ti sembrerà che ti guarderà in modo strano, spiegagli perché lo hai fatto.
Ora prendi subito carta e penna. Fallo adesso. E poi rifallo domani, se vuoi, o tra una settimana. O magari quel giorno che ti sentirai proprio giù, magari senza neanche capirne il perché.
Ma ora non pensare a quel giorno, pensa ad adesso, alle cose di cui puoi essere grato, di cui sei grato adesso, nel presente. Perché gratitudine e presente sono fratelli, anzi, sono reciprocamente figlio l’una dell’altro.
E infine, scrivi nei commenti come ti sei sentito dopo averlo fatto, racconta a tutti cosa hai provato, se qualcosa è cambiato dentro di te, le sensazioni che hai vissuto. E magari lascia un mi piace e condividi il video con una persona che magari pensi che ne abbia bisogno.
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