Le emozioni sono contagiose – ft. Daniel Goleman
Quel pomeriggio d’agosto a New York l’umidità era insopportabile: era la classica giornata in cui il disagio fisico si ripercuote anche sull’umore delle persone, rendendole nervose ed ostili.
Salendo sull’autobus in Madison Avenue per tornare in albergo, Daniel fu colto di sorpresa dall’autista, un uomo nero di mezza età con un sorriso entusiasta stampato sul volto, che gli diede immediatamente il suo benvenuto a bordo con un cordiale “Ciao! Come va?”: un saluto che rivolgeva a tutti quelli che salivano, mentre l’autobus scivolava nel denso traffico del centro.
Inizia così Intelligenza Emotiva, il meraviglioso bestseller di Daniel Goleman, testo assolutamente imperdibile per chi vuole approfondire la propria consapevolezza sull’incredibile importanza che le emozioni hanno nella nostra vita, come al solito il link lo trovate in descrizione.
Goleman prosegue il racconto di quel pomeriggio scrivendo che tutti quelli che salivano sull’autobus rimanevano molto stupiti da quel saluto inaspettato; alcuni ricambiavano il saluto, ma la maggior parte rimaneva chiusa in se stessa, nei propri problemi e nel proprio umore tutt’altro che positivo.
Lentamente però in quell’autobus successe qualcosa: in mezzo al traffico si verificò una lenta trasformazione, quasi un incantesimo.
L’autista continuò a parlare anche durante il viaggio, commentando lo scenario cittadino intorno in cui erano immersi:
- in quei grandi magazzini si sarebbero potuti trovare saldi fantastici
- in quel museo era da poco iniziata una splendida mostra che sarebbe proprio valsa la pena visitare
- in fondo all’isolato in quel cinema c’era un nuovo film da vedere assolutamente.
L’autista continuava a parlare di tutte le bellissime possibilità che la città offriva, e il suo piacere era contagioso: quando scendendo dall’autobus l’autista li salutava con uno squillante “Arrivederci, buona giornata!” :-), i passeggeri si erano ormai scrollati di dosso il guscio di umore nero con il quale erano saliti, e rispondevano con un sorriso sincero.
Chissà che ognuno di quei passeggeri non sia diventato a suo volta portatore del virus del buon umore, portando serenità e allegria in tanti altri ambienti famigliari e lavorativi.
Questo semplice racconto ci ricorda una cosa meravigliosa: Le emozioni sono contagiose.
Ogni emozione è contagiosa!
- ogni volta che leggiamo di quel delitto e ne riparliamo
- quando ci lamentiamo che qualcosa non va
- quando critichiamo qualcuno o qualcosa, rigirando il coltello nella piaga
consapevolmente o meno, diffondiamo intorno a noi insoddisfazione, paura, tristezza, nervosismo.
Ma anche le emozioni positive sono contagiose: come quell’autista, anche noi possiamo scegliere di contagiare positivamente le persone intorno a noi:
- sorridendo e salutando con entusiasmo
- parlando di qualcosa di bello che ci è successo e che abbiamo visto intorno a noi
- mettendo in risalto qualche opera di bene o parlando di qualcuno
Goleman conclude questa semplice introduzione del suo libro, dicendo che “quell’autista era una specie di pacificatore metropolitano, con il magico potere di attenuare la cupa irritabilità che covava nei suoi passeggeri, ammorbidendo e aprendo un poco il loro cuore”.
Prova a chiederti: che genere di pensieri diffondi intorno a te?
Con quali emozioni contagerai le persone che incontrerai oggi?
Sceglierai di essere anche tu diffusore di emozioni positive come quell’autista?
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