Il segreto per una Comunicazione Efficace
Avete presente quei film western alla mezzogiorno di fuoco? Entra lo straniero nel saloon, tutti mettono le mani alle fondine, sguardi sospettosi per capire se la persona è pericolosa o no.
Oppure quei film in cui viene riprodotta una realtà di provincia fuori mano, arriva uno sconosciuto, e tutti lo guardano per chiedersi chi sarà.
Quando noi andiamo incontro agli altri, siamo istintivamente preoccupati, e che lo vogliamo o no, questa preoccupazione la trasmettiamo.
Supponiamo di entrare in una stanza in cui non conosciamo nessuno, ci guardiamo come minimo un po’ intorno per capire qual è l’atmosfera.
Ma a volte non ci rendiamo conto che nel fare questo noi in realtà stiamo comunicando ansia e preoccupazione, e queste emozioni arrivano alla persona di fronte a noi, gliele trasmettiamo, e facilmente tornerà a noi un senso di ansia e preoccupazione.
Tutti abbiamo il desiderio di comunicare bene e avere un buon rapporto con gli altri. Ecco dunque il dilemma: tutti vogliamo comunicare meglio, ad esempio quando incontriamo qualcuno che non conosciamo ancora, ma la nostra preoccupazione influenza in partenza la qualità della nostra comunicazione.
Rompi il circolo vizioso
Come facciamo allora a rompere questo circolo vizioso in cui noi comunichiamo ansia e riceviamo ansia, preoccupazione e altra preoccupazione?
Dobbiamo essere consapevoli che comunicare non significa soltanto parlare, ma la comunicazione è fatta di tanti segnali non verbali, di un continuo scambio di messaggi che creano un feedback nel nostro interlocutore, noi comunichiamo ma anche la persona di fronte a noi ci comunica qualcosa, e questo accade ancora prima che apriamo bocca. Chiamiamo questo processo il feedback della comunicazione. Se esprimiamo noia, ci ritorna noia; se comunichiamo rabbia, ritorna rabbia; se esprimiamo positività, riceveremo in cambio altra positività. E così la felicità, il piacere, l’avversione o la disponibilità.
Quindi, se questo meccanismo ti è chiaro, che cosa devi fare? Smetti di cercare conferme, smettere di preoccuparci di ciò che ci ritornerà dal nostro partner, o collega di lavoro, o anche da quella persona che ancora non conosciamo e che dobbiamo incontrare.
Dobbiamo invece cercare di generare per primi in noi quelle emozioni che vorremmo ci ritornassero, per creare negli altri quel feedback positivo che tutti noi ricerchiamo.
Le emozioni sono contagiose
Amicizia, fiducia, passione, gioia, autorevolezza, positività, come tutte le emozioni, sono contagiose.
Ansia ed insicurezza e paura a volte sfuggono al nostro controllo, specie nel primo contatto, ma se prendiamo consapevolezza di questa dinamica, potremo finalmente interrompere il circolo vizioso per creare invece un circolo vizioso di comunicazione positiva.
Ritornando a quell’esempio, immagina di entrare in un bar in cui non conosciamo nessuno: entra con il sorriso, vai in modo sereno e deciso verso il bancone, saluta con il sorriso e chiedi da bere e chiedi al barista se sa indicarci un buon ristorante, con un leggero sorriso sulle labbra, con tranquillità.
Se imparerai a fare così, anche l’ambiente che fino ad oggi ritenevi ostico, diventerà un ambiente ospitale e positivo, non perché gli altri saranno diversi da ciò che sono, ma perché tu sarai riuscito a trasmettere quei sentimenti positivi che ritorneranno a te.
Impara dunque a rompere il circolo vizioso di cattiva comunicazione, ed esercitati a generare in te stesso quei sentimenti positivi che cerchi: qualsiasi incontro diventerà più piacevole, sia per te, sia per le persone che incontrerai.
Le persone felici riescono a comunicare bene con tutti.
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