7 passi per sconfiggere la lamentite
In questo articolo abbiamo cercato di capire come mai lamentarci ci piace così tanto; inoltre il mugugno ottiene l’effetto contrario: a forza di lamentarci di una situazione, ne siamo sempre più irritati, e sempre più portati a lamentarci.
Se mugugno ed irritazione sono due atteggiamenti che si alimentano a vicenda, come fare per rompere questo circolo perverso?
Ecco setti passi che possiamo iniziare a mettere in campo da subito per sconfiggere la mugugnite.
1 – Prova ad essere consapevole di tutte le volte in cui ti lamenti.
Molto spesso i grandi cambiamenti che migliorano la nostra vita nascono da un semplice atto di consapevolezza. Prendi quindi coscienza di ogni volta che ti lamenti:
- del coniuge
- dei figli
- del capo
- dei genitori
- del lavoro
- del parroco
- del vescovo
- del collega
- del tempo
- dello stipendio
Cerca soprattutto di sentire cosa provi dentro di te nel momento in cui ti lamenti: davvero ti senti meglio? Se potessi videoregistrarti mentre ti lamenti, ti sentiresti orgoglioso di te stesso mentre riguardo il video di te che mugugni?
2 – Pensa a cosa pensa chi ti ascolta mentre ti lamenti
Riguarda la registrazione di te che ti lamenti, ma questa volta focalizzati sulla persona che ti sta ascoltando: come pensa nel momento in cui inizia a sentire la tua tiritera di mugugni? È contenta?
– Wow! Finalmente! non vedevo l’ora di ascoltare un po’ i suoi mugugni! 🙂
Se fatichi ad immaginare la scena, ecco un aiutino: come provi tu nel momento in cui quella persona non appena ti incontra inizia a lamentarsi di questo e di quello?
3 – Scegli di non lamentarti
La prossima volta che senti il bisogno di lamentarti, scegli semplicemente di non farlo, scegli di non lamentarti. Morditi la lingua, tappati la bocca, datti uno schiaffo; in ogni caso, fai qualcosa di diverso!
Se ci riesci, sperimenta cosa accadrà quando sceglierai di non lamentarti; ascolta come ti senti nel momento in cui scegli di non lamentarti e goditi l’intimo sollievo di aver contribuito a rendere il mondo un posto meno noioso e più degno di essere abitato con fierezza e col sorriso sulle labbra!
Dopo aver fatto un inventario dei tuoi mugugni preferiti, dividili in tre categorie:
- le cose su cui non puoi avere nessuna influenza, su cui proprio non puoi fare nulla.
- le cose che dipendono da altre persone che interagiscono con te.
- le cose che dipendono da te.
4 – Focalizzati innanzitutto quindi sulle cose che non dipendono da te:
- Uffa, anche oggi l’autobus è arrivato in ritardo!
- Piove, governo ladro!
- Mi è spuntato un altro capello bianco!
Chiediti: visto che non dipende da me, ha senso lamentarmi e preoccuparmi e irritarmi continuamente per cose che per quanto possa lamentarmi, non si sposteranno mai neppure di un millimetro?
Spesso la nostra infelicità deriva dal voler sempre giudicare tutto e tutti, con la conseguenza di essere perennemente insoddisfatti.
Se provassimo ad accettare con serenità che non viviamo in un mondo perfetto, saremmo sicuramente più sereni e felici.
5 – Affronta in modo diverso le cose che dipendono in parte da te, in parte da altri
Ci sono poi cose che potrebbero proprio cambiare: neanche per queste devo mai lamentarmi?
Se proprio ci tieni, continua pure a lamentarti, per carità 😉
Ma se il lamento è fine a se stesso e manifesta soltanto frustrazione, credo che serva a poco, e soprattutto non ottenga nulla.
Che ne so, sul lavoro le cose non vanno a causa di quel collega, devo proprio sempre tacere e non lamentarmi mai?
È possibile esprimere il proprio pensiero in modo non lamentoso, in modo fruttuoso, in modo dignitoso, sia per noi, sia per chi ci ascolta.
Quindi: invece di lamentarti, agisci.
Immagina ad esempio di aver ricevuto un’incombenza improvvisa sul lavoro, anche a causa di noncuranza da parte di un collega. Ti verrebbe da lamentarti così, prima di tutto dentro di te, e poi magari di fronte a qualche tuo collega:
– Accidenti, oggi mi tocca fare questo lavoro, uffa, non ne ho proprio il tempo, e tutto perché quel mio collega non fa mai le cose per tempo e alle fine tocca sempre a me.”
Tu che parli con un tuo collega di Pancrazio con tono seccato
In alternativa, invece di lamentarti con qualcuno, puoi andare dal tuo collega e dirgli:
– Ciao Pancrazio, entro domani il direttore voleva che fosse fatta questa cosa, ma visto che non sei riuscito a terminarla, il direttore mi ha detto che dovrei occuparmene io. Anche la settimana è accaduta una cosa analoga, e questo per me è stato un disagio perché mi sono dovuto fermare oltre l’orario di lavoro. Tu pensi di farcela entro domani? Avrei anche una mezz’oretta di tempo, che ne dici se ti do una mano per aiutarti ad organizzare meglio il lavoro?”
Tu che parli con Pancrazio con tono calmo, assertivo e propositivo
Ok, se pensi al tuo ambiente di lavoro, potrebbe sembrarti un esempio inapplicabile; ma ciò che voglio dire è di provare a trovare un’altra forma in cui esprimere il tuo disagio, facendo presenti le tue esigenze, ma in modo dignitoso sia per te sia per la persona a cui ti stai rivolgendo, piuttosto che usare un tono mugugnoso e lamentoso.
6 – Prendi di petto le cose che dipendono da te
- Non sei in forma come vorresti.
- Non sei riuscito a fare quella cosa.
- Non hai mai tempo per te stesso o per te stessa.
Beh, credo che ci siamo capiti. Ogni volta che ti viene voglia di lamentarti, prendi una piccola decisione e fai un piccolo passo che possa migliorare ciò per cui ti verrebbe voglia di lamentarti.
7 – Guarda il mondo intorno a te con occhi diversi
Ogni volta che senti la lamentite salire dentro di te, prova a guardarti intorno. La vita può essere meravigliosa, oppure orribile, oppure una via di mezzo, perché in fondo ci sarà sempre qualcosa che non va e avremo sempre un motivo per lamentarci.
La scelta spetta a te: su cosa preferisci concentrare la tua attenzione?
Lo so bene, non si può essere sempre grati per tutto. Ma ci sono sempre cose per cui poter essere grati.
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