La comunicazione di Simona Atzori
Una bellissima ballerina con i capelli lunghi lunghi, riccioli, spesso l’avete vista in televisione.
Avete capito di chi sto parlando? È Simona Atzori, ballerina, pittrice, scrittrice, ha all’attivo già tre libri, questo è l’ultimo uscito qualche settimana fa. Ma spesso per parlare di lei ed identificarla con precisione si usa anche un’altra caratteristica. Simona è nata senza braccia.
L’abbiamo conosciuta di persona in parrocchia il 17 marzo 2018; è stata ospite nella nostra comunità, c’erano 500 persone, è stata una serata splendida.
Tra le tante doti, sicuramente c’è quella di saper comunicare in modo schietto, genuino, diretto. E allora mi sono chiesto: quali sono gli ingredienti della comunicazione di Simona, che la rendono così speciale? Ne ho individuati almeno cinque, se la conoscete aggiungetene altri nei commenti.
1 – Il sorriso, sempre e comunque. È il suo primo biglietto da visita. Come quando ha raccontato che un giorno d’estate stava sul modo di un porticciolo, e una persona continuava a tenderle la mano per salutarla. Lei aveva i capelli tirati su all’indietro e la canottiera, per cui si vedeva chiaramente che era senza braccia. Eppure quella persona continuava a chiederle: “Signorina, non mi dà la mano?”. Lei ha continuato a sorridere, e lui imperterrito. Alla fine, lei ha ben dovuto dire: “Ma io non ho le braccia!”. E Simona diceva: “Come mai la gente a volte non si accorge che non ho le braccia? Forse a causa del mio sorriso.” È vero: quando la incontri, la prima cosa che ti colpisce e che ti comunica un grande calore è proprio il suo sorriso.
2 – L’autoironia. All’incontro in parrocchia c’erano tanti bambini, e appena ne hanno avuto l’occasione, hanno iniziato a bombardarla di domande: “Ti vesti da sola? Come fai?”, e domande anche più imbarazzanti, vedendoli con i nostri occhi da adulti. Simona ha sempre risposto con un sorriso e con una grande ironia? “Lavi i piatti?”, “Veramente i piatti di solito me li lava… la lavastoviglie”, e ancora sorrisi. Simona sa ridere di se stessa, è capace a non prendersi troppo sul serio, e questo le dà un carisma tutto particolare.
3 – Il profilo basso. Simona non alza la voce, non vuole convincere, non vuole che gli altri entrino per forza nel suo modo di vedere. Semplicemente si pone, così come è, parlando lentamente, facendo tante pause, non alzando il tono del discorso, non imponendo la sua visione del mondo, ma semplicemente proponendola con grande serenità.
4 – Il racconto della propria intimità e fragilità, senza paura di essere giudicata. È difficile raccontare le proprie cadute, le proprie sofferenze, i propri fallimenti. Simona sa farlo, come se stesse parlando con l’amico più intimo. Così scrive nel suo ultimo libro: “ti ho fatto entrare nel mio intimo più profondo, in alcuni passi ti ho anche offerto le chiavi della mia anima. L’ho fatto senza timori, sentendomi in ottime mani. Spero tu abbia accolto questo mio dono con il cuore aperto.” (pag. 104? o 204?) E così davvero Simona sa fare. Mi ha colpito moltissimo quando ad esempio racconta di una volta che era in casa da sola, e il sacchetto della carta rimasto fuori di casa per la raccolta differenziata, si è aperto, e la carta si è tutta sparsa per la strada. E lei è rimasta lì, alla finesta, a pensare: “Vado a raccoglierla? Non mi piace quel disordine… ma è piovuto, e se esco per raccoglierla, dovrò sedermi per terra, sarà umiliante…”, e racconta che si sentiva come se tanti pezzi della sua vita in quel momento fossero stati spazzati via dal vento, e dovesse chinarsi per raccoglierli. E poi ha deciso di farlo, di uscire, e dopo un po’, un vicino le ha detto: “Lascia stare, Simona, poi ci penso io”. E lei l’ha ringraziato, ed è rientrata in casa. Un episodio piccolo, ma comunque particolare, ma se leggerete i suoi libri o ascolterete qualche suo incontro su YouTube, troverete mille altri episodi in cui Simona non ha paura di comunicare quella parte più profonda e fragile della sua interiorità, con una limpidezza e un coraggio incredibile.
Simona dice sempre che Dio l’ha disegnata così. Con lunghissimi capelli biondi, con due piedi che fungono da mani, con un cuore capace di comunicare in modo diretto, semplice e coinvolgente.
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