Come sarà il Paradiso? Io me l’immagino così!
A volte immagino il paradiso come un posto in cui avremo tutta l’eternità per conoscere e ringraziare tutte le persone che hanno fatto qualcosa per noi.
Immaginate di poter girare lungo tutte queste strade infinite e di poter incontrare tutte le persone che hanno fatto qualcosa per voi; immaginate lo stupore di poterle ringraziare finalmente per tutto quello che vi siete scambiati vicendevolmente.
Sì, perché anche tu hai donato un sacco di cose agli altri e allora quando incontrerai questa persona mai vista, chissà che stupore quando lei ti ringrazierà:
- magari sei cuoca in una scuola materna o in un ospedale: pensa che stupore quando tutti ti verranno incontro e ti ringrazieranno per quel piatto così buono.
- o forse sei infermiere o muratore: pensa a quante persone ogni giorno beneficiano del tuo lavoro fatto bene.
- mettiamo che hai scritto un articolo di giornale o un libro: quante persone hanno letto quel libro e ne hanno trovato ispirazione forza.
E allo stesso modo tu potrai incontrare i professori, gli insegnanti, e perché no, magari anche i sacerdoti o persone comuni che in qualche modo hanno fatto qualcosa per te: incontrerai anche quell’agricoltore che ha seminato quel grano, che ha poi raccolto le spighe dalle quali è venuto non soltanto il pane, ma anche la focaccia (e noi genovesi sappiamo cosa significa).
So bene che si tratta di un esercizio di immaginazione e che poco o nulla sappiamo di quello che accadrà nell’aldilà.
Ma una cosa la sappiamo, la dice San Paolo: «La carità non avrà mai fine» (1 Cor 13) e quando c’è la carità, quando c’è l’amore, c’è la gratitudine, verso Dio che ha permesso che la nostra vita potesse essere e bisognosa e che tutti noi siamo interdipendenti gli uni dagli altri.
La spiritualità cristiana da sempre consiglia di fare alla sera l’esame di coscienza: chiederci come ci siamo comportati, cosa abbiamo fatto di giusto o di sbagliato.
Ma è altrettanto importante fare ogni tanto un bilancio di come la vita si è comportata con noi, per imparare a vivere la gratitudine.
Quale impatto ha avuto la vita su di te? Cosa ti ha donato? Perché non provi ad esserne un po’ più consapevole?
E poi ringraziare, ringraziare, ringraziare.
E se fosse possibile costruire un po’ di paradiso anche adesso? Potremmo cioè iniziare ad aprire gli occhi e ad accorgerci di tutte le persone e le occasioni di cui possiamo essere grati, per poi ringraziare effettivamente queste persone.
Ovviamente in paradiso ringrazieremo anche Dio, e allora possiamo farlo anche adesso pensando a questo grande mondo in cui lui ci ha voluti tutti come persone interdipendenti bisognose gli uni degli altri.
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