La Gentilezza è MORTA? – 14 Persone Gentili dimostrano il contrario
Il 13 novembre è la Giornata Mondiale della Gentilezza. Se nel 1998 il World Kindness Movement di Tokyo ha pensato di istituirla, forse è perché ha pensato che ce fosse bisogno.
E siamo tutti d’accordo che di gentilezza ce n’è sempre bisogno.
Ma, secondo voi, nella lotta tra la cattiveria e gentilezza, chi sta vincendo? Sono tanti quelli che dicono che questo mondo è sempre peggio e il male sta vincendo a scapito del bene.
Io non la penso così. E credo che abbiamo bisogno di uno sguardo un po’ più attento per accorgerci di quante persone gentili ci sono intorno a noi ci sono. Non credo che a loro interessi la nostra ammirazione, quanto piuttosto il provare a fare anche noi la nostra parte per rendere il mondo migliore e più a misura di uomo.
Perché tutti noi possiamo diventare persone più gentili, magari partendo da piccoli gesti di gentilezza quotidiani.
Credo il mondo sia pieno di persone gentili che dedicano tempo, amore ed attenzione ad altre persone, in modo gratuito. Ecco quindi 14 esempi di persone gentili.
- Ci sono ragazzi giovani, o anche diversamente giovani, che sanno suonare uno strumento e vanno a suonare nei ricoveri per anziani, allietando il pomeriggio di persone che magari rimarrebbero sedute sulla loro sedia a far niente.
- Ci sono gruppi di volontari che alla sera invece che stare davanti alla televisione o seduti sul divano, vanno ad assistere le persone povere nel centro della città, portando loro un pasto caldo. Ma soprattutto parlano con loro, li chiamano per nome, gli stringono la mano, gli chiedono come stanno e ascoltano le loro storie. E credo che chiamare per nome un povero e ascoltarlo senza pregiudizi, sia più bello e più gentile di distribuire 100 panini e 100 bicchieri di latte caldo.
- A proposito di nomi, tra quei volontari, ce ne sono alcuni che ricordano il nome di tutti, oh dico proprio tutti, i poveri della Stazione. Immagina quanto può far piacere a quei poveri, invisibili per la stragrande maggioranza della settimana, vedersi arrivare uno che li chiama e li saluta per nome uno per uno, sempre.
- Quando i nostri genitori, ci servivano per primi a tavola dandoci la coscia di pollo più grande riservando sempre a loro il pezzo più piccolo e lasciando sempre a noi il bis, non è anch’esso un atto di amore e di gentilezza?
- Quel medico che non si è limitato a prescriverti il farmaco o a consegnarti il referto, ma con pazienza ti ha spiegato il tuo problema, e magari tu non hai capito bene e allora lui te l’ha rispiegato in altro modo prima ancora che tu trovassi il coraggio di dirgli che non avevi capito. Perché in fondo, cosa ci aspettiamo da un medico? Che sia competente, certo. Ma anche che risolva tutto? Che faccia miracoli? o che prima di tutto sia umano?
- Entri nel negozio, cerchi un articolo ma non c’è, e il negoziante ti dice che l’ha finito e poi ti dice anche che potresti trovarlo in quell’altro negozio due traverse più avanti.
- E a propositi di medici, dimenticavo che c’è anche il medico che si sforza di scrivere bene le ricette in modo che possano capirle non soltanto i farmacisti, ma anche noi comuni mortali: quelli non sono medici gentili, sono eroi!
- Un cassiere di un negozio di alimentari, uno di quei negozietti da paese in cui trovi dalle bolle di sapone alla toma valdostana, che ha aperto la scatola di uova che avevo appena preso per vedere se ce n’erano di rotte. Mica gliel’avevo chiesto, né era tenuto a farlo!
- Don Piero, che ricorda il compleanno di tutti i suoi parrocchiani e anche ex parrocchiani, e non c’è anno che non mandi almeno un messaggio per fare gli auguri. Ma lo cosa unica ed incredibile, è che lo faceva già in tempi non sospetti, ovvero quando ancora non c’era Facebook che ti inviava la notifica nel giorno del compleanno dei tuoi amici.
- L’insegnante che dopo il suono della campanella si è fermato a parlare con te per spiegarti qualcosa che non avevi capito bene.
- Nei gruppi di amici c’è sempre quello che quando si accorge che c’è un momento di tensione, e allora fa una battuta che tira su il morale del gruppo e alleggerisce un’atmosfera pesante.
- Il meccanico che ti ha aiutato con l’auto rimasta in panne… anche se erano le 19,29 della Vigilia di Natale.
- Quella persona anziana in coda al supermercato, che vedendomi con le braccia piene di sacchetti pesanti, mi ha fatto passare avanti per farmele posare sul rullo.
- Il ferramenta che ascolta con pazienza il tuo problema con quel ripiano che non riesci a fissare, e che dopo 10 interminabili minuti in cui tenti a fatica, tu cerchi in qualche modo, con termini impropri e descrizioni da dilettante, di spiegargli il tuo problema; lui ti ascolta con pazienza e riesce a capire che hai bisogno di una vite, lunga 46,5 millimetri, la va a prendere in uno di quei corridoi con 1.000 cassettini in cui ci sono un migliaio di tipi di viti diverse; poi strappa un foglio delle pagine gialle, te la incarta e te la dà e quando gli chiedi quanto gli devi ti dice: “Tranquillo, vada pure, buon lavoro!”.
E poi ci sono quelli che non fanno niente di più di ciò che facciamo tutti: accompagnano i bambini a scuola, vanno a lavorare, preparano da mangiare, rispondono al telefono e spazzano il pavimento. Solo che lo fanno con gentilezza.
Sono tutte persone che danno più di ciò che sono tenute a dare. Lo fanno con generosità e spontaneità, senza sforzo, perché per loro la gentilezza è diventata un’abitudine, un secondo abito.
Ci sono infiniti modi di essere gentili. L’importante è che troviamo il nostro, unico e irripetibile, quello che sentiamo più affine alla nostra sensibilità.
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